Situato sulla collina, a circa 600 m, il castello di Teggiano rivolge il suo sguardo di roccaforte inespugnabile verso l’altopiano del Vallo di Diano per lasciarsi ammirare dalla popolazione del territorio e dai viaggiatori.

Il suo volto più intimo e signorile lo preserva a coloro che scelgono di visitarlo e raggiungono piazza San Cono, baricentro del centro storico di Teggiano.

L’epoca normanna e il lungo periodo di incastellamento, che ebbe luogo in tutta Europa tra il X e il XI secolo, convivono con l’anima angioina e con quella aragonese, ricordandoci le lunghe diatribe intercorse nella penisola meridionale fino al XV secolo.

 Tra le mura del castello riecheggia la presenza di Ruggero II Sanseverino, il fedelissimo cavaliere di Carlo I d’Angiò determinante nell’offensiva contro gli svevi e la mano invisibile del re di Napoli Ladislao di Durazzo che volle risistemare il maniero.

Nelle stanze del castello si percepiscono i rancori dei baroni che qui congiurarono nel 1485 contro Ferrante D’Aragona, sotto la guida di Antonello Sanseverino.

C’è il tocco dell’architetto fiorentino Giuliano da Sangallo che pianificò un nuovo restauro.

Dalle sue mura si odono le cannonate aragonesi dell’assedio del 1497, volute da Federico d’Aragona per punire il principe ribelle Antonello Sanseverino, complice dell’ardita “discesa d’Italia” ad opera di Carlo XVIII d’Angiò.

A metà del XIX secolo la famiglia Macchiaroli ha acquistato la dimora e intrapreso una lunga e meticolosa opera di recupero per regalargli una seconda storia, in linea con le esigenze dei tempi moderni senza snaturare la sua anima medievale. Il castello è oggi figlio del suo tempo e punta a conquistare il cuore della gente e dei viaggiatori, ciascuno con il proprio bagaglio di esigenze.